gli artisti
L'arte per rendere "bello" il Refettorio Ambrosiano
Gli artisti
Il Refettorio Ambrosiano accoglie i suoi ospiti in un luogo che è sia "bello" che "buono". Buono perché à un luogo di solidarietà e bello perchÈ arricchito da meravigliose opere d'arte. Alcuni dei più affermati artisti contemporanei italiani, infatti, hanno donato delle opere uniche realizzate appositamente per il Refettorio Ambrosiano. Anche la bellezza è condivisione.
i tavoli del refettorio ambrosiano
Carlo Benvenuto
Pane metafisico
Enzo Cucchi
Homo Novus
Maurizio Nannucci
NOMOREEXCUSES
Mimmo Paladino
Porta dell'Accoglienza
Gaetano Pesce
Acquasantiera
Carlo Benvenuto
pane metafisico
Senza titolo
L'opera è formata dalla sovrapposizione di due scatti fotografici impressi sulla stessa pellicola. Ho pensato una immagine complessa e la ho perseguita; è un collage mentale, un incastro di due visioni: il pane, metafisico, assoluto, una astrazione fattasi realtà e la luce che annulla lo spazio abbagliando la logica. Ho utilizzato, come sempre nel mio lavoro, la fotografia tradizionale, fatta di negativi e sviluppi. Un linguaggio in presa diretta con la realtà, un contatto privilegiato con le cose. Il Refettorio è uno spazio di rigenerazione. Parteciparvi è condividere questa emozione.
Biografia
Nato a Stresa (VB) nel 1966, vive a Milano. La poetica di Carlo Benvenuto è determinata dal desiderio di comunicare il meno possibile. L'artista lavora nella propria casa con i propri oggetti riducendo al minimo le scelte individuali. Fotografa ciÚ che ha a disposizione in scala 1:1 su sfondo neutro in un'atmosfera rarefatta di delicatezza e suspense. A Carlo Benvenuto è stata recentemente dedicata una mostra personale al Museo d'Arte Contemporanea di Roma (Macro), Nel 2014 ha inaugurato "Imageless Seeing" alla Galleria Mazzoli di Modena. Tra le altre mostre personali ricordiamo nel 2013 alla Galleria Suzy Shammah di Milano, alla Site Odeon 5 di Parigi e alla Galleria Sprovieri a Londra, con Mario Dellavedova. Tra le numerose mostre internazionali: la I∞ Biennale di Valencia; "Italy Made In Art: Now" a cura di Achille Bonito Oliva, Museo di Arte Contemporanea di Shanghai; "D'Ombra" a cura di Lea Vergine, Palazzo delle Papesse, Centro Arte Contemporanea, Siena e Compton Verney, Warwichshire; "Focus On Contemporary Italian Art", a cura di Gianfranco Maraniello, MAMbo, Bologna.
Enzo Cucchi
Homo Novus
Affresco
Per il Refettorio Ambrosiano si è pensato di inserire un affresco rappresentante un bastone -forza e sostegno sulla parete interna della mensa, lunga circa dodici metri e alta tre. L'antica tecnica dell'affresco oggi prevede anche la possibilità di dare l'arriccio su dei pannelli in solido materiale sintetico su cui poggia l'intonacatura, basi resistenti e leggere. L'affresco per il refettorio ambrosiano sarà composto da tre o quattro pannelli, facilmente murabili nella parete predisposta. Tutto il momento pittorico avverrà a Torpignattara, nel laboratorio del restauratore Claudio di Giambattista. In seguito i pannelli saranno imballati e trasportati a Milano. Simili per tecnica al progetto dell'Ambrosiano sono due affreschi del 2012 (180 x 180 cm). L'ispirazione è insita nell'atto, nel lavoro e nel metodo quotidiano. "Bisogna incrementare il fare".
Biografia
Enzo Cucchi nasce a Morro d'Alba nel 1949. Sul finire degli anni '70 inizia la sua produzione professionale, con esposizioni come "Montesicuro Cucchi Enzo giù" (Milano, 1977) e "Tre o quattro artisti secchi" (Modena, 1978). La sua attività lo porta progressivamente a confluire nella corrente della Transavanguardia, esplosa (in tutti i sensi) negli anni '80. In questo periodo espone in numerose località, tra cui New York (Sperone Westwater Fischer Gallery nel 1981, Guggenheim Museum nel 1986), Tokyo (Akira Ikeda Gallery nel 1986), Parigi (Musée National d'Art Moderne, Centres Georges Pompidou nel 1986) e Nimes (CarrÈ d'Art, Musée d'Art Contemporain nel 1991). Altre tappe importanti sono la Finlandia, Zurigo, Colonia e Roma. Per quanto riguarda la sua produzione più recente, si possono ricordare le mostre personali del 2013 "Un Sogno lungo tre sogni" (Castellabate, Salerno) e "Cosmogonia" (Galleria Poggiali e Forconi, Firenze) e la partecipazione nel 2014 a "SHIT AND DIE", progetto espositivo curato da Maurizio Cattelan per la rassegna One Torino.
Maurizio Nannucci
NOMOREEXCUSES
NOMOREEXCUSES
Maurizio Nannucci ha realizzato per il Refettorio Ambrosiano di Milano una grande installazione a neon NOMOREEXCUSES, pensata appositamente per l'iniziativa del progetto del Refettorio e posta sulla facciata dell'edificio prospiciente al Piazzale Greco. NOMOREEXCUSES vale come imperativo categorico in un momento storico in cui ognuno di noi è chiamato ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni, dei propri gesti e comportamenti. Una dichiarazione quella di Maurizio Nannucci per Refettorio Ambrosiano che risuona e illumina di luce blu il contesto urbano della città di Milano per rimbalzare con il proprio messaggio fuori dai confini metropolitani. Con questa opera Nannucci affronta ed elabora uno dei temi cruciali del nostro tempo ñ quello dell'arte e dello spazio pubblico ñ in controtendenza con l'uso della città come spazio di comunicazione ed evocazione del potere, ribadendo l'importanza e l'urgenza dell'assunzione dei valori etici e sociali da parte di tutti. NOMOREEXCUSES è un'opera concettuale il cui significato è evidente e il cui contesto d'uso è praticamente illimitato. Se il mittente è l'artista, i destinatari sono tutte le persone che promuovono questa iniziativa, e soprattutto coloro che ne usufruiranno, diventando essi stessi parte significante dell'opera. NOMOREEXCUSES interpella senza ridondanza semantica. E' un manifesto di principi etici basilari, imperativi di coscienza umana che non sopporta ulteriori giustificazioni e che demolisce le strutture difensive di ogni ideologia del potere. NOMOREEXCUSES illumina di blu e risuona nell'intimo delle coscienze individuali e collettive, riposizionando nei limiti dello spazio pubblico la questione etica dei diritti e doveri universali.
Biografia
Maurizio Nannucci (Firenze, 1939) è uno dei protagonisti dell'arte italiana degli ultimi decenni tra i più conosciuti internazionalmente. Sin dalla metà degli anni sessanta esplora le complesse relazioni tra arte, linguaggio e immagine, creando inedite proposte concettuali, caratterizzate dall'utilizzo di media diversi: neon, fotografia, video, suono, edizioni e libri d'artista. Sono del 1967 i primi testi in neon che apportano al suo lavoro una dimensione più varia di significati e una nuova percezione dello spazio. L'artista si è sempre interessato al rapporto opera / architettura / paesaggio urbano creando i presupposti per una integrazione tra ambiente, linguaggio, colore e luce, che sono divenuti elementi centrali nel suo lavoro. Su queste basi sono nate negli anni novanta collaborazioni e progetti con Renzo Piano e con altri architetti quali Massimiliano Fuksas, Mario Botta, Nicolas Grimshaw, Stephan Braunfels. Maurizio Nannucci è stato invitato più volte alla Biennale di Venezia, a Documenta di Kassel, alle Biennali di Sao Paulo, Sydney, Istanbul e ha esposto nei più importanti musei e gallerie di tutto il mondo.
Mimmo Paladino
Porta dell'Accoglienza
La Porta dell'Accoglienza
Per il Refettorio ho realizzato il portale d'ingresso in terracotta, la Porta dell'Accoglienza. Questo conterrà gli elementi primari della vita, ovvero l'acqua, la terra, il pane, ma anche la terra, i piedi e l'eterno trasmigrare dei popoli. Ognuno si potrà quindi riconoscere nell'accoglienza e nella bellezza di questo luogo nato per ristorare non solo il corpo, ma anche lo spirito.
Biografia
Mimmo Paladino nasce nel 1948 a Paduli (BN). Negli anni sessanta frequenta l'ambiente artistico partenopeo, animato dai contatti con altri centri culturali, quali Milano e Parigi. Sperimenta in ambito concettuale sino alla svolta, nel 1977, con il dipinto Silenzioso, mi ritiro a dipingere un quadro. Nel 1979 partecipa alle mostre che sanciscono la nascita della Transavanguardia e all'estero richiamano l'attenzione sull'arte italiana. Nel 1980 è nella sezione "Aperto" alla Biennale di Venezia, dove torna nel 1988 con una sala personale nel Padiglione Italia. Nel 1994 è il primo italiano ad esporre in Cina, nella Città Proibita e sulla Grande Muraglia. Nel 1990 crea la Montagna del sale per la messa in scena de La sposa di Messina di Schiller a Gibellina, mentre due anni dopo realizza l'ambiente Hortus Conclusus in Corte San Domenico a Benevento.
Gaetano pesce
Acquasantiera
Acquasantiera
Nel luglio 2014 Davide Rampello ha coinvolto Gaetano Pesce nell'iniziativa del Refettorio Ambrosiano.
Il designer ha ripreso un prototipo che risale ad un progetto del 1973: La chiesa dell'isolamento. Per questo progetto è partito dall'acqua elemento fondamentale della natura, quindi organico per definizione. L'essere organico parla alla fantasia della nostra mente in un modo più consono che non le geometrie astratte usate dalla maggior parte dei progettisti odierni. Quindi per essere più vicini alla santità dell'acqua è stato naturale usare un linguaggio vicino alla natura oltre che alla materia, la schiuma rigida, sia adatta a contenere la santità come il pane e l'acqua trasformati in vino.
Biografia
Gaetano Pesce nasce nel 1939 a La Spezia. Dopo aver abitato a Venezia, Londra, Helsinki e Parigi, si trasferisce a New York nel 1980 dove tuttora vive. Le sue opere sono parte delle collezioni del MoMa, del Metropolitan Museum di New York, del Victoria and Albert Museum di Londra, del Centre Pompidou di Parigi, del tedesco Vitra Design Museum e del Montreal Museum of Fine Art, come di altri musei in Giappone, Portogallo e Finlandia. La costante ricerca dei materiali avanzati ha portato a innovazioni continue, ad esempio l'iconica Up5, La Mamma, della serie Up (1969), è stato il primo prodotto di design industriale portatore di un messaggio politico. Tra le mostre più celebri di Pesce, la leggendaria Italy: The New Domestic Landscape nel 1972 al MoMa, la retrospettiva al Museo delle Arti Decorative di Parigi del 1975 dal titolo Le futur est peut-'tre passÈ, e ancora a Parigi nel 1996 al Centro George Pompidou un'altra retrospettiva sulla sua carriera dal titolo Gaetano Pesce: le temps des questions, quella alla Triennale di Milano nel 2005 dal titolo Gaetano Pesce: il rumore del tempo e la più recente Il Tempo della Diversit· al MAXXI di Roma.
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