Il progetto
Un luogo "bello" e "buono"
Nutre la vita solo ciò che la rallegra.
Sant’Agostino
Il progetto
Il Refettorio Ambrosiano è un progetto che riunisce per la prima volta i mondi dell’alta cucina, dell’arte e del design e della solidarietà.
Nasce come un’iniziativa ideata da Massimo Bottura e Davide Rampello con l’obiettivo di coniugare l’atto di offrire cibo a chi ne ha bisogno con i valori di arte e cultura.
Il Refettorio Ambrosiano nasce dalla ristrutturazione di un teatro abbandonato nel quartiere periferico di Greco, a Milano, alla quale hanno partecipato con entusiasmo moltissimi protagonisti dell’eccellenza italiana: designer, artisti, artigiani e grandi aziende hanno infatti generosamente contribuito alla realizzazione di questo luogo unico di bellezza e solidarietà.
concept e messaggio
“Purtroppo nella nostra epoca, cosÏ ricca di tante conquiste e speranze, non mancano poteri e forze che finiscono per produrre una cultura dello scarto; e questa tende a divenire mentalità comune. Si tratta di una mentalità che genera quella cultura dello scarto che non risparmia niente e nessuno: dalle creature, agli esseri umani e perfino a Dio stesso” (Papa Francesco).
Papa Francesco in diverse occasioni ha levato la sua voce per denunciare la cultura dello scarto che riduce a rifiuti uomini e cose. Per l'Expo di Milano dedicata all'alimentazione abbiamo avuto l'ambizione di interpretare quel pensiero e di tradurlo in opera. Gli chef dimostreranno che adoperando intelligenza, creatività e passione, l'uomo stesso È capace di trasformare ciò che a prima vista sembrerebbe destinato a essere gettato via in eccellenza. Un ribaltamento della logica corrente, un paradosso, nel senso letterale del termine, realizzato nei fatti e non soltanto a parole. In definitiva una grande provocazione culturale. Per dare forza a questo messaggio, abbiamo voluto che anche il luogo fosse capace di dire qualcosa, raccontasse almeno in parte l'idea che ci ha spinti, fosse insomma emblematico.
Che cosa poteva esserci di meglio allora che un vecchio teatro abbandonato alla periferia di Milano, uno spazio urbano dismesso recuperato a sua volta in luogo di eccellenza grazie ad artisti, designer, architetti per mettere in scena una rappresentazione contro la cultura dello scarto? Infine le persone. La cosa più importante. Da cui siamo partiti. A beneficare di questa iniziativa saranno persone messe ai margini dalla sfortuna, dai propri errori, dalle regole del mercato. Saremo riusciti nel nostro intento soltanto se chi verrà a consumare la cena in questo posto speciale, oltre a soddisfare il bisogno elementare di un pasto, si sentirà anche accolto e amato.
Potrà reficere, farsi nuovo, rinnovarsi nel corpo e nello spirito. Soltanto così questo posto sarà appunto un refettorio. Il Refettorio Ambrosiano. Dove potremo dire di servire cibo per l'anima.
Gli ideatori
Massimo Bottura
Massimo Bottura ha pensato di organizzare all’interno degli spazi del Refettorio un programma di sei mesi, in cui sono stati coinvolti alcuni tra i migliori chef del mondo (italiani e non) i quali hanno ideato e preparato dei piatti a partire da ingredienti eccedenti e di scarto. L'iniziativa vuole, in questo modo, farsi promotrice di un senso di solidarietà moderno, improntato sulla politica del riutilizzo e della lotta agli sprechi e a favore del ripristino dell’educazione e del rispetto verso il cibo.
“Crediamo che lo chef possa essere a metà fra chi ha tutto e chi non ha niente. Parliamo quindi di un operazione volta riconsegnare propria dignità agli ospiti del Refettorio al di là della basica esigenza di nutrimento. Utilizzare ingredienti di eccedenza di diversa provenienza non è assolutamente degradante. La nostra cultura gastronomica si è formata sulla necessità di trovare il modo di sopravvivere! Ancora alla fine degli anni '50 in Italia c'erano persone che morivano di fame. Il recupero ci è sempre appartenuto.”
Massimo Bottura è una delle figure di maggiore spicco della nuova generazione di chef italiani. Il suo lavoro di innovatore e di ristoratore lo conferma come una delle forze culinarie più creative del mondo.
Davide Rampello
“Il sentimento di condivisione è alla base del pensiero cristiano, ma il senso di carità abbraccia una sfera di significato molto più ampia, che spazia dall'amore, verso Dio e il prossimo, al valore puro della bellezza. L'esercizio quotidiano della solidarietà, dunque, non può né deve discostarsi troppo da quello dell'estetica, intesa nella sua accezione più universale. La prossimità solidale, dal più semplice gesto di aiuto reciproco, è prima di tutto un gesto di bellezza. Imparare a partecipare in modo solidale alla vita significa apprezzarne il suo valore culturalmente più spirituale e, perciò, artistico. È precisamente in virtù di questo sentimento che abbiamo pensato di mettere in atto un'iniziativa permanente nella città di Milano che traducesse il valore altissimo della carità cristiana, supportandone e promuovendone la diffusione, in un progetto culturale volto a coniugare l'arte con la solidarietà e che diventi esportabile nel resto d'Italia e del mondo”.
Davide Rampello, ex presidente della Triennale di Milano, è attualmente il curatore artistico del Padiglione Zero di Expo Milano 2015 e si occupa di organizzazione di grandi eventi nel mondo dell'arte e della cultura.
il progetto di restauro a cura del politecnico di milano
Il progetto di ristrutturazione del teatro è stato curato dal Politecnico di Milano. Il Professor Remo Dorigati e Francesco Fuoco che hanno collaborato al progetto ci raccontano che la location che ospita il refettorio è un teatro parrocchiale che negli anni '70 ha avuto un ruolo significativo nella cultura delle periferie milanesi.
In occasione di Expo 2015 cambia la sua natura per divenire un luogo di solidarietà e assistenza ai bisognosi.
Un pasto offerto alimenta una piccola comunità. Trasformare un teatro in un refettorio per i poveri è come passare dall'immaginazione della realtà a una rappresentazione in cui i personaggi recitano se stessi. Come in un cambio di scena, il luogo degli spettatori è lo spazio in cui gli attori divengono essi stessi le figure del racconto. Dove era la scena si colloca la cucina: il vuoto della torre si trasforma in un grande e unico camino da cui scende la luce e attraverso cui salgono i fumi.
Una rappresentazione che denuncia il cambio di ruolo e la centralità dell'evento: una sineddoche in cui la cucina prende le sembianze di un grande camino entro cui si svolge il rito della preparazione del cibo. Gli affreschi della sala, il vestibolo con il tema del pane e dell'acqua, il portale dell'accoglienza, le panche dell'attesa, le luci domestiche e l'arredo che invita sedersi assieme, tutto questo è un segno di pietà ma anche di riscatto. L'arte, che qui vive assieme allo spazio, fa appartenere questa comunità all'umanità, la coinvolge in un'atmosfera inclusiva.
il logo: Franco Origoni e Anna Steiner
Franco Origoni e Anna Steiner sono i due architetti che hanno regalato un'identità visiva al Refettorio Ambrosiano realizzando un simbolo che potesse riassumere i temi e i valori di questo progetto. La loro riflessione parte dal fatto che il vero simbolo ed emblema della Chiesa è la croce. Essa tuttavia non compare nelle rappresentazioni più antiche delle catacombe. Il simbolo più antico e diffuso nel primo secolo fu il segno del pesce (dal greco ICHTHY) simbolo di acqua, di vita e di fecondità.
Eusebio ce ne ha lasciato la spiegazione: sarebbe un acrostico, cioè una parola formata da lettere a loro volta iniziali di altre parole:
I = JESUS è Gesù
CH = CHRISTOS è Cristo
TH = THEOU è di Dio
Y = YIOS è figlio
S = SOTER è Salvatore
A partire dal regno di Costantino il simbolo più diffuso e predominante diviene la croce. Nella simbologia cristiana il cerchio equivale all'eternità, ma è anche un segno del sole che in seguito si trasforma in aureola. A partire da questi elementi di ricerca, hanno studiato un simbolo per il Refettorio Ambrosiano, che coniugasse il segno dei pesci, legato anche alla parabola dei pani e dei pesci, con quello della croce. Ci siamo basati su una ricerca di forme di pesci che potessero insieme generare una forma circolare, che richiamasse anche quella del pane quotidiano. L'obiettivo è stato quello di comunicare convivialità tra uguali, unitarietà e solidarietà, evocando la parabola dei pani e dei pesci.
Gli interni: Riva 1920
I 13 tavoli di design che arredano gli interni sono stati realizzati da Riva 120 selezionando materie prime di grande qualità.
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"La cultura dello scarto respinge i più deboli"
Papa Francesco